Un viaggio a Tristram
Era
una notte tempestosa a Daggerfall. In una notte come quella QUALSIASI COSA
poteva accadere... ed infatti qualcosa accadde.
Darak Shadowblade stava dormendo nella sua stanza nel castello delle Crimson
Blades. Sebbene non ce ne fosse assolutamente bisogno, i suoi sensi sviluppati
erano sempre all'erta... ma non potevano avvisarlo della presenza dell'entità
aliena che stava silenziosamente introducendosi nella sua camera. Non aveva
corpo materiale; inoltre, la sua forma eterea non poteva essere notata nemmeno
dalle sentinelle della fortezza, pure se addestrate nelle arti magiche.
La creatura tracciò dei simboli arcani nell'aria e fu allora che Darak
improvvisamente si svegliò... o così pensava. Si accorse di quella figura
scintillante ai piedi del suo letto e, provando un misto di paura e curiosità,
si alzò per avvicinarsi. Con suo grande stupore, il suo stesso corpo giaceva
ancora a letto, profondamente addormentato.
Diede un'occhiata più da vicino al suo strano ospite: la prima cosa che
catturò la sua attenzione fu l'aura dello straniero: non era di Tamriel; per il
resto, la creatura aliena assomigliava molto ad un monaco, con un lungo saio ed
il volto celato da un cappuccio.
"Non mi temere, Darak Shadowblade," l'entità mormorò "poiché
non ti sono nemico." Queste parole echeggiarono nella mente di Darak come
una sorta di telepatia.
"Ma non mi sei neanche amico. Perché ti sei introdotto nella mia stanza in
questo modo? E, soprattutto, chi - o cosa - sei tu?" Darak pensò
semplicemente, dato che sapeva che, se la creatura poteva comunicare
mentalmente, probabilmente la cosa funzionava a due vie.
"Ho bisogno di te, Darak... IL MIO MONDO ha bisogno di te!"
Darak stava per replicare, ma l'altro proseguì: "Un antico male si è
svegliato di nuovo nella nostra terra, libero dalla sua prigione di cristallo.
Ora questo orrore innominabile ed i suoi servi stanno minacciando la gente e
l'esistenza del mondo come lo conosciamo. Io e gli altri del mio ordine non
siamo in grado di aiutare. E' per questo motivo che ho viaggiato attraverso
diversi piani per cercare un campione, ed alla fine l'ho trovato: tu, Darak
Shadowblade!"
A questo punto Darak sbottò: "Tu parli come se questa fosse la mia unica
alternativa, ma non è così: non andrò da nessuna parte finché non mi avrai
detto cosa ci guadagnerò da tutta questa faccenda."
"Non posso prometterti alcuna ricompensa materiale, se è questo ciò che
intendi... Tutto ciò che ti offro è conoscenza."
"Conoscenza di cosa? Della magia?"
"Forse... o forse conoscenza di te stesso... Quale di queste per te vale
di più?"
"E sia, lascia perdere! Comunque, come Crimson Blade si suppone che debba
aiutare la gente, o sbaglio?"
"C'è qualcos'altro di cui non ti ho fatto ancora menzione: solo il tuo
spirito potrà venire, il tuo corpo rimarrà qui... ma ho già pensato a tutto:
occuperai il corpo di un Vizjerei, un mago del mio mondo; la loro stirpe e la
tua (gli Elfi Oscuri, intendo) sono molto simili, cosicché ti ci vorrà poco
per abituarti alla tua nuova forma... Oh, tra l'altro... quasi dimenticavo di
dirtelo: i Vizjerei non sono famosi per la loro... prestanza
fisica..."
"Cosa? Vuoi forse dire che non sarò in grado di maneggiare una dai-katana...
o una semplice spada??"
"All'inizio non riuscirai neanche a SOLLEVARLA! Forse dopo qualche tempo ce
la farai, ma ti suggerisco di fare più affidamento su altre cose: la magia, per
dirne una..."
"Ma io ho sempre usato entrambe per..."
"Ti vanti di essere un Arcimago" la entità lo interruppe "il
miglior illusionista dell'intera Tamriel, e che hai scalato i ranghi della Gilda
dei Maghi in un solo mese. Dal momento che saranno il tuo spirito, la tua mente
e la tua conoscenza ciò che portai portare con te, la mia scelta era la cosa
più logica da fare: dunque usa il cervello ed impara la magia del mio mondo...
o la MORTE sarà la tua unica ricompensa!"
E con queste parole scomparve. Darak non ebbe assolutamente tempo per
controbattere, perché si sentì afferrato da una forza invisibile; tentò di
combattere, ma quella mistica potenza gli fece perdere i sensi.
Non appena ebbe aperto gli occhi, comprese di trovarsi ai margini di un
villaggio; poteva udire il gorgoglio di un torrente nelle vicinanze. Darak si
alzò in piedi e diede un'occhiata ai suoi vestiti: indossava una lunga tunica e
portava un bastone ed uno zaino. Raggiunse l'acqua corrente e tentò di vedere
il suo volto: sebbene il riflesso non fosse immobile, riuscì a distinguere che
non si trattava più della SUA faccia, essendo più grassoccia e con meno
capelli...
Se era un incubo, era il più realistico che avesse mai avuto!
* Nota dell'Autore: ho scritto questa storia per spiegare la ragione per cui il
mio personaggio di Diablo è lo stesso che ho in Daggerfall. Quando mi occupavo
della pagina di Diablo per le Crimson Blades, questa storia era in quel sito.
ora che è stato chiuso ho deciso di aggiungerla qui. Alla fine Darak, dopo aver
ucciso il Signore del Terrore tornò a Tamriel e lì visse molte altre avventure *
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