L'erba-pipa
Era
un assolato mattino di primavera a Pianilungone.Il vento aveva spazzato via i
nuvoloni neri che la notte precedente avevano riversato molta pioggia
sull'intero Decumano Sud, ed ora l'aria era pulita e fresca, e così gli alberi
e la vegetazione.
"Una buona giornata per occuparmi del mio giardino" pensò Tobaldo
Soffiatromba mentre svuotava la sesta portata della sua colazione hobbit. Dopo
aver sciacquato rapidamente i piatti, uscì portando con sé il suo set completo
di attrezzi per il giardinaggio - cosa di cui andava molto fiero...
"Dolcezze, il vostro paparino sta arrivando per voi..." disse,
avvicinandosi contento al suo orto.
"Oh, eccovi qua, a crescere più velocemente che mai: carote con le radici
profonde, cavoli dalle larghe foglie, patate dal gusto dolcis... Ehi! Che
succede alle mie tate??? Cosa sono quei germogli che spuntano lì in
mezzo???" Si piegò per dare un'occhiata più da vicino e si accorse che
molte gemme appena sbocciate di una specie di pianta sconosciuta erano sparse
tutt'intorno nel terreno in cui aveva seminato le sue patate.
Si stava ancora chiedendo cosa potesse essere successo quando udì una voce a
lui ben nota provenire dalla sua sinistra.
"Ehi, Soffiatromba! Guarda le tue preziose patate: ora diventeranno
sicuramente amare... hehehe. Ti ho detto tante di quelle volte di non
frequentare gli hobbit di Brea. È gente strana, quella..."
Era Bartolo Rintanati, il suo vicino, che stava fissando la scena appoggiato
alla siepe che divideva le due proprietà, apparentemente molto divertito dalla
situazione.
"Tu, vecchio ficcanaso di un Rintanati! Che ne sai di Brea e dei breatini,
tu che non sei mai stato nemmeno una lega fuori da Pianilungone???" replicò
Tobaldo, piuttosto indispettito.
"So solo quello che vedo: carri carichi di sacchi di semi con scritto sopra
BREA che si fermano ogni tanto davanti a casa tua... ecco cosa!" aggiunse
con un sorrisetto malizioso.
"Sei invidioso perché le mie tate sono le migliori di tutta Pianilungone e
perfino dell'intero Decumano Sud, è così!"
"Sembra che non lo resteranno a lungo, dico io... hehehe" e ridendo
Bartolo si girò e rientrò nella sua caverna-hobbit.
"Quel vecchio Rintanati dai piedi calvi. Vedremo se le mie tate sono o non
sono le migliori...anche se dovessi estirpare quelle maledette erbacce una per
una!"
E così Tobaldo incominciò ad estirpare i germogli estranei, alcune volte
usando solo le sue nude mani, altre, quando riteneva che non avrebbe danneggiato
le sue preziose patate, aiutandosi con uno dei suoi attrezzi.
Impiegò quasi due ore di duri sforzi, ma riuscì a raccogliere in un mucchio
tutte le erbacce sotto all'olmo che cresceva nella sua proprietà; poi estrasse
il suo acciarino e gli diede fuoco.
"Questo è quello che vi meritate, rovina-patate!"
Stava per voltarsi e tornare al suo giardino quando il suo naso lo trattenne:
stava fiutando un odore che non aveva mai sentito prima, qualcosa di forte e
delicato allo stesso tempo ma, più di tutto, fragrante.
Toboldo si fermò e annusò il fumo che si stava levando dalle foglie che
bruciavano. Provò ad inalarlo, e i suoi polmoni vennero riempiti da un aroma
delizioso - in realtà il più delizioso che avesse mai provato in tutta la sua
vita.
Egli rimase semplicemente lì immoblie, respirando il fumo ed espirando il meno
possibile, e solo perché era essenziale per la sua stessa vita...
Nel frattempo ai confini della sua proprietà si era radunata una piccola folla
di curiosi: alcuni di loro guardavano Tobaldo stupiti, chiedendosi cosa potesse
provocare un tale strano comportamento ed ogni tanto gridandogli parole a cui
egli non prestava attenzione; altri, però, erano incantati come Tobaldo dal
misterioso profumo.
Improvvisamente un'alta figura con un mantello grigio avanzò a lunghi passi tra
la folla e disse con voce sonora e profonda: "Salve, Tobaldo! Che succede?
Ti stai divertendo dando fuoco al tuo giardino?"
La voce sembrò scuotere Tobaldo, che velocemente riconobbe chi stava parlando:
"Gandalf, salve! Sono contento di vederti! Cosa ti porta qui? Hai nuovi
fuochi d'artificio da mostrarci?" disse, dirigendosi verso la siepe per
aprire il cancelletto al mago, sebbene il suo naso stesse insistendo per tornare
indietro.
"Proprio per questo. Ma tu? Mi sembravi piuttosto "occupato",
perlomeno fino ad un momento fa..."
"Oh, beh, Gandalf... è solo che stavo bruciando delle erbacce, e poi c'è
stato quell'odore... oh, non potresti neanche immaginare... se solo... ci dev'essere
un modo per..."
"Mio caro Tobaldo, per favore, completa almeno una frase. Vuoi?"
"Sì!!! Che stupido che sono!!! Ma perché non ci ho pensato prima???"
e con queste parole si precipitò verso l'uscio rotondo del suo "smial".
"Ed ora cosa succede?" si chiese Gandalf, più perplesso di prima.
Dopo pochi istanti la sagoma di Tobold apparve nuovamente sulla soglia. Poi
esclamò: "Oh cielo! Oggi non riesco a pensare! Me ne servono due!"
Il mago stava cominciando ad irritarsi per questo strano comportamento. "Soffiatromba,
vuoi venire fuori e spiegarmi cosa sta accadendo oppure devo venire dentro io e
trasformarti in un rospo???"
Come evocato dalle parole di Gandalf, Tobaldo corse fuori dalla sua casa recando
in mano due specie di lunghi bastoncini e si fermò accanto al fuoco che stava
ancora crepitando allegramente per prendere un paio di foglie dal bordo. Poi,
con un sorriso felice sul suo volto grassoccio, trotterellò verso Gandalf e gli
porse uno dei bastoncini ed una foglia.
"Questa noi hobbit la chiamiamo "pipa", e la usiamo per inalare
il fumo di varie erbe... ma una come questa non l'avevo mai assaporata prima.
Penso che valga la pena provare."
"Per la mia barba! Vale davvero la pena!" disse Gandalf dopo aver
messo la pipa fra le labbra ed aver inspirato "Avevo già provato questo
"fumo" prima, ma devo ammettere che non avevo mai assaggiato qualcosa
del genere: né troppo dolce, né troppo amaro... Dove l'hai trovata?"
"Oh, è stato per puro ca... er, voglio dire, mi sono fatto inviare
appositamente i semi..." a queste parole Gandalf lo guardò e sorrise
gentilmente ".. ed ora che l'ho provata, ho intenzione di farmene inviare
ancora e cominciare una coltivazione su larga scala!" All'udire queste
parole, tutti gli hobbit che fino a quel momento erano rimasti in silenzio ad
ascoltare la conversazione fra il mago ed il loro compaesano, all'improvviso
esplosero in un gioioso applauso, desiderosi di assaporare essi stessi la nuova
specie di erba. "E così sarà" disse solennemente Gandalf, e dalla
sua bocca fece uscire tre sbuffi di fumo in successione che presero forma di
anelli e si andarono a posare placidamente sulla testa di Tobaldo come una
corona d'alloro.
"Che la tua vita sia lunga e felice, Tobaldo Soffiatromba, scopritore
dell'"erba-pipa"!"
* Nota dell'Autore: sebbene questa storia parli del fumo e
lo descriva in modo piuttosto positivo, è completamente imaginaria: io sono in
realtà un convinto non fumatore e voglio ricordarvi che IL FUMO PUO' NUOCERE
GRAVEMENTE ALLA SALUTE, quindi stateci attenti! *
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