Prologo Lo studio era immerso nel silenzio; un solo flebile rumore guastava l'atmosfera sacra, quasi mistica, che pervadeva quel luogo: il grattare ritmico e cadenzato della penna sul foglio, solo occasionalmente intervallato da una pausa quando questa veniva intinta nell'inchiostro. Seduto alla sua scrivania, Astinus continuava a scrivere imperturbabile la storia di Krynn: una mano guidava sicura la lunga penna d'oca, l'altra era posata su una sfera che si librava a mezz'aria, il Globo del Passaggio del Tempo Presente, donatogli molto tempo addietro dall'Arcimago Fistandantilus (o Raistlin? Le poche volte in cui ripensava a quel paradosso, le labbra del volto marmoreo dello Storico si increspavano in un lieve sorriso). Al suo interno si susseguivano, con una velocità tale da renderle indistinguibili agli occhi dei mortali, scene che avvenivano in quel momento da un capo all'altro del continente; ma Astinus riusciva senza difficoltà a discernerle l'una dall'altra e a metterle per iscritto nelle sue "Cronache di Krynn". Quel giorno, una mattina di primavera come tante altre, all'interno della sfera comparve la Grande Sala del castello degli Uth Wistan... |